domenica 13 novembre 2011

Canelés bordelais

A chi non conoscesse i canelés questi dolcini potrebbero sembrare alquanto mediocri e insignificanti. E devo ammettere che anche io durante molti anni li ho considerati...anzi proprio non li ho considerati... Forse perché la maniera tradizionale in cui si preparano è molto inflessibile. A differenza per esempio dei macarons o i muffins che figurano in una miriade di gusti diversi non ho mai visto una variante di questa ricetta. In più la cottura richiede degli stampini in rame. Sul mercato si trovano stampini sia in auminio sia in silicone ma se chiedete a un conaisseur (leggete francese) solo il rame va bene. Questa teoria è però difendibile per il fatto che il rame è un ottimo conducente di calore il che favorisce la cottura in superficie che deve risultare in un dolce che sia croccante fuori e cremoso dentro. Mentre con gli stampini in aluminio o silicone si cuociono subito dentro come un muffin e non si ha il cuore cremoso. Tuttavia, i miei canelés sono cotti in degli stampini di silicone e sono venuti bene. Ma continuerò a cercare quelli in rame per poter fare il confronto! Summa summarum: i canelés sono deliziosi e meriterebbero una reputazione migliore.

Ecco la ricetta tradizionale (chissà se oserò delle varianti...).

Per due forme (36 canelés piccoli):
mezzo litro di latte
1 uovo intero + 2 tuorli
140 g di farina
220 g di zucchero
30 g di burro
0,5 dl di rum scuro
1 bacca di vaniglia
1 cucchiaino di essenza di vaniglia

Primo giorno:
1. In un pentolino, portate a ebollizione il latte, il burro, il rum, l'essenza di vaniglia e la bacca di vaniglia divisa in due sulla lunghezza (lasciate i semi dentro). Appena il latte comincia a bollire, togliete il pentolino dalla fiamma e lasciatelo riposare per 15 minuti.

2. Con la frusta elettrica, sbattete le uova con lo zucchero fino ad avere un composto bianco e leggero. Togliete i semi dalla bacca di vaniglia e metteteli nella ciotola con le uova. Rimettete la bacca vuota nel latte.

3. Rimettete il latte di nuovo sulla fiamma e datelo una riscaldatina veloce. Togliete dalla fiamma appena non cominci a bollire. Lasciate riposare per 2 minuti, dopodiché versate ca 1/5 del latte sulla crema uova/zucchero. Mescolate bene con la frusta elettrica. Aggiungete la farina, tutta in un colpo, e mescolate ancora bene. Versateci dentro il resto del latte e mescolte bene.

Mescolando in questo modo si evitano i grumi di farina. Il latte deve essere molto caldo (ma non bollente) quando la versate sul composto di uova.

4. Fate raffreddare il composto in temperatura ambiente, dopodiché lasciatelo riposare in frigo per 24 ore. Girate un paio di volte durante questo tempo.

Secondo giorno:

5. Togliete la ciotola dal frigo e lasciate riposare in temperatura ambiente per un paio di ore prima di cuocere i canelés.

6. Preriscaldate il forno a 210 gradi. Imburrate le formine abbondantemente. Riempite le formine ma lasciate 3-4 millimetro dal bordo.

7. Infornate quindi a 210 gradi per 15 inuti. Abbassate la temperatura a 150 e continuate la cottura per altri 60 minuti.

Non vi allarmate se appena infornati i canelés si gofieranno. Dopo circa metà cottura si sgonfieranno e rientreranno nelle loro formine.

lunedì 7 novembre 2011

Carrot muffins con glassa al limone

In questo periodo dell'anno a casa nostra c'è sempre un sottofondo di profumo di cannella. Non posso fare a meno di avere i dolci e biscotti speziati a portata di mano. Sono fortunata a vivere in Belgio, dove ci sono gli speculoos che assomigliano ai pepparkakor svedesi. Se non ho il tempo di prepararli da sola, o di andare a comprarli a Ikea, posso sempre trovare gli speculoos in qualsiasi negozio.

Anche voi impazzite per questi biscotti? Avete già provato i pepparkakor morbidi, cupcakes agli speculoos con glassa di cranberries, tiramisu nordico con pepparkakor? Provate anche questi carrot muffins! Vi assicuro, uno non vi basterà!

Per i muffins:
3 uova
250 g di burro
6 dl di farina
2,5 dl di zucchero di canna scuro (cassonade)
2 cucchiaini di lievito in polvere
2 cucchiaini di vanillina
2 cucchiaini di cannella
1 cucchiaino di zenzero in polvere
1 pizzico di noce moscata grattugiata
1 pizzico di chiodi di garofano in polvere
1 pizzico di sale
175 g di carote grattugiate

Per la glassa:
150 g di philadelphia
50 g di burro morbido
2,5-3 dl di zucchero a velo
buccia grattugiata di 1 limone

buccia grattugiata di 1/2 limone (per la decorazione)

Fate fondere il burro. Frustate le uova con lo zucchero. Aggiungete il burro fuso. Mescolate la farina, il lievito, la vanillina e le spezie in una ciotola a parte. Aggiungete le carote grattugiate alle uova dopodiché aggiungete anche la farina.

Con due cucchiai mettete la pastella nelle formine da muffins. Cuocete a 175 gradi per ca 25-0 minuti.

Mescolate gli ingredienti per la glassa in una ciotola. Premete il "dorso" di un cucchiaio verso l'interno della ciotola per schiacciare tutti i grumi del formaggio e del burro. Quando i muffins si sono raffreddati spalmate la glassa sopra e decorate con lo zest del limone.

martedì 11 ottobre 2011

Meringhe francesi

Fino all'altro giorno non mi era chiara la differenza tra le meringhe francesi e quelle italiane. Ho preparato delle meringhe credendo di adoperare il metodo italiano, mentre dopo uno studio più aprofondito (leggi google) ho scoperto di aver preparato delle meringhe francesi.

In che cosa consiste la differenza allora? Le meringhe francesi si preparano riscaldando a bagnomaria il bianco d'uovo insieme allo zucchero frustando a mano, per poi continuare la frustatura con la frusta elettrica fuori dal fuoco finché la neve non diventi tiepida. Poi si formano delle meringhe più o meno grandi le quali si cuociono al forno a temperatura molto bassa per un paio di ore e il metodo dà (se riuscito bene) delle meringhe leggermente chewy all'interno.

Le meringhe italiane, o meglio la meringa italiana, in quanto si usa più spesso il termine al singolare, viene preparata con uno sciroppo di zucchero e acqua che si aggiunge al bianco d'uovo mentre viene frustato e la neve si usa poi spesso spalmata sopra le torte. Viene cotta non al forno ma con un "burner" giusto per dare un po' di colore sulla superficie alla meringa, che rimane cremosa dentro.

Le mie meringhe erano del tipo francese, ne ho fatte 8 mediamente grosse prosegendo così:

4 bianchi d'uovo
3 dl di zucchero bianco fino
il succo di 1/4 di limone
100 g di cioccolato fondente
mandorle a scaglie

Mettete i bianchi d'uovo, lo zucchero e il succo di limone in una ciotola d'acciao sopra una pentola con il fondo coperto di un po' d'acqua. Riscaldate frustando a mano a bagnomaria fino a che i bianchi raggiungano 60 gradi. Togliete dal fuoco e continuate la frustatura con la frusta elettrica fino ad avere una neve lucida e densa.

Sciogliete il cioccolato e versatelo sopra la neve insieme a una manciata di mandorle a scaglie. Girate molto grossolanamente con una spatola, solo un paio di giri, fino ad avere una neve marmorata. Con l'aiuto di due cucchiai disponete la neve su una placca da forno coperta di carta forno a forma di palle a fantasia oppure aiutatevi con una tasca da pasticcera per creare forme più regolari. Cuocete a gradi per 10 minuti, abbassate la temperatura a 100 gradi e proseguite la cottura per ancora 1 ora e mezza. Fate raffreddare su una griglia.

Polpette con tzatziki alla barbabietola

Le classiche polpette svedesi sono infantilmente facili da preparare. Da non credere infatti. Carne, pangrattato, sale, pepe, cipolla e un uovo. La ricetta sotto non è quindi quella tradizionale. L'aggiunta del cumino è invenzione mia in quanto ritengo che dia un "di più" che rende il risultato migliore dell'originale. Ma se chiedete a uno svedese cosa ne pensa del cumino nelle polpette vi prenderà per pazzi! Voi sareste scusati, visto che siete italiani e si sa che gli italiani mangiano solo...cose loro. Il cumino fa parte della cucina mediterranea quindi, fate voi. Per me invece non ci sono scuse. Ma me ne infischio, tanto queste polpette sono to die for!

Lo tzatziki alla barbabietola è un contorno che andava molto di moda in Svezia negli anni 90. Ora credo nessuno lo faccia più. È ritenuto out. Io direi invece che è retrò. E tutto ciò che è retrò è...in! Quindi provatelo insieme alle polpette, è un abbinamento molto felice!

Per ca 40 polpette:
400 gr di carne di manzo macinata
4 cucchiai di pangrattato
1/2 dl di latte
1 cucchiaino di sale
pepe bianco
0,5 cucchiaino di cumino
0,5 cipolla tritata finemente
1 uovo piccolo (o mezzo grosso)

Mettete il pangrattato e il latte in una ciotola a gonfiare. Aggiungete la carne, il sale, pepe, cumino e la cipolla e mescolate bene. Aggiungete infine l'uovo e mescolate. Lasciate riposare in frigo per ca 30 min. Con le mani leggermente bagnate di acqua fredda formate delle polpette. Bagnate le mani di tanto in tanto per evitare che la carne si attacchi. Friggetele in poco olio di colza su fiamma media finché avranno avuto un bel colore dorato.

Tzatziki alla barbabietola:

2 grosse barbabietole già cotte
1 barattolo (250 g) di yogurt greco intero
100 g di feta
1 spicchio d'aglio (oppure 1 cucchiaino di puré all'aglio per un sapore più delicato)
pepe nero
un filino d'olio d'oliva

Tagliate le barbabietole in cubetti piccoli e metteteli in una ciotola. Versateci dentro lo yogurt, il feta sbriciolato, l'aglio e il pepe e mescolate bene. Aggiungete infine un filo d'olio. Lasciate in frigo per ca un'ora perché i sapori si sposino bene.

mercoledì 28 settembre 2011

Crema di aglio

# Per evitare che si lacrimino gli occhi mentre tagliate la cipolla, succhiate una zolletta di zucchero.
# Avete dei vecchi libri con delle macchie gialle e marroni? Prendete una baguette o dei panini bianchi e formate una pallina con la mollica. Con questa pallina cancellerete tutte le macchie.
# Avete la febbre? Bagnate un asciugamano con dell'aceto e mettetelo come un impacco sulla fronte. La febbre va via in un batter d'occhio.
# Prevenite il hangover bevendo un coctail di olio d'oliva e succo di limone.
# Curate il hangover masticando un pezzo di ginseng.
# Evitate il hangover lasciando stare i drinks.

Un altro consiglio casalingo che vi posso dare è di preparare questa crema di aglio che ha un sapore delicato e piacevole e sostituisce l'aglio fresco nei vostri piatti. 1-2 cucchiaini per ogni spicchio fresco. Evitate così ogni volta di dover pelare gli spicchi, tritarli o schiacciarli, sporcarvi e impuzzirvi le mani. La crema si conserva in frigo per varie settimane.

Per un barattolo prendete 5 teste di aglio intere, togliete gli spicchi e distribuiteli su una placca da forno. Arrostiteli nel forno a 175 gradi per 20 minuti. Lasciate raffreddare. Pelate gli spicchi (un po' laborioso ma un plus è che l'aglio cotto non lascia odore sulle dita) e frullateli a crema nel mixer con un decilitro di olio di oliva e un pizzico di sale. Versate su un barattolo e conservate in frigo.

sabato 24 settembre 2011

Mini muffins con cioccolato bianco e lamponi

Se volete scoprire se i vostri colleghi sanno parlare non solo di deadlines, direttive e piani d'azione, e se il vostro capo sotto quella faccia seria seria sa anche sorridere, provate un giorno a portare in ufficio questi muffins. Scoprirete un altro lato delle persone che vedete ogni giorno. E sarà più bello lavorare insieme!

Per due teglie di mini muffins (24):

100 g di cioccolato bianco
100 g di burro fuso
1,5 dl di latte
1 barattolino di yogurt bianco
4 dl di farina
1 dl di zucchero di canna (cassonade)
2 cucchiaini di lievito in polvere
2 cucchiaini di vanillina
2 uova

Lamponi surgelati

Sciogliete il burro in un pentolino e aggiungete il latte e lo yogurt. Mescolate la farina, lo zucchero, il lievto e la vanillina in una ciotola. Tritate il cioccolato e aggiungetelo alla farina e gli altri ingredienti secchi. Versateci dentro il burro con il latte e infine le uova uno alla volta. Con l'aiuto di due cucchiaini versate il composto dentro delle formine da muffins e infilate un lampone surgelato al centro. Cuocete a 150 gradi per ca 15-20 minuti.

Io preferisco i muffins che sono ancora un po' bagnati al centro, ma se li preferite più secchi li cuocete qualche minuto in più.

domenica 18 settembre 2011

Gelato alle mandorle tostate con zucchero muscovado

È bizzarro ma io ho sempre mangiato più gelato durante l'autunno e l'inverno e so che per molti svedesi è così. Sarà che durante l'inverno buio e freddo uno vuole infilarsi nell'angolino del divano con una copertona, accendere tante candele e mangiare qualcosa che tira su. Creare un rifugio. Convincersi che anche il semestre buio ha il suo fascino. Con la gelataia regalatami dal maritino per il nostro secondo anniversario a luglio, questo inverno ha tutte le precondizioni per diventare bello, caldo e...dolce!

Per questa ricetta ho usato il concentrato di mandorle che ho diluito con del latte. Va bene ovviamente il latte di mandorla già pronto. Se non riuscite a trovarlo su queste latitudini, si può fare anche in casa. La ricetta si trova su internet, è facile ma richiede un po' di planning e tempo. Volendo si può anche escludere il latte di mandorla e sostituirlo con del latte normale. Il gelato avrà un gusto meno intenso, ma sarà ottimo lo stesso grazie alle mandorle tostate e lo zucchero muscovado che danno un sapore delicatamente mandorlato e nocciolato.

5 tuorli
50 g di zucchero muscovado (chiaro), se il latte di mandorla è dolce, se no 80 g
2,5 dl di latte di mandorla
2,5 dl di panna liquida
0,5 dl di mandorle intere, da tostare


Cominciate con le mandorle. Mettetele in una padella senza aggiungere grassi e tostatele leggermente. Fate raffreddare e mixatele grossolanamente in un mixer. Mettete da parte.

Sbattete energicamente i tuorli con lo zucchero. Mettete la crema in una pentola e riscaldate, girando sempre, fino a ca 37 gradi (mettete il dito, quando la crema ha la stessa temperatura del dito è perfetta). Versate dentro il latte di mandorla e la panna e continuate a girare senza interruzione riscaldando a fuoco basso. La crema non deve assolutamente bollire, se no rischia di coagulare e avrete le uova strapazzate. Mantenete la temperatura intorno a 65 gradi fino a che la crema non cominci a raddensarsi. Togliete dal fuoco e fate raffreddare. Mettete in frigo per qualche ora perché la crema si raddensi ancora un po'. Trasferite la crema in una gelataia. Quando il gelato avrà la consistenza giusta, versate in una vaschetta preraffreddata e mescolateci dentro le mandorle tostate. Mettete in freezer.

giovedì 4 agosto 2011

Quiche aux oignons

"If you're afraid of butter, as many people are nowadays, just put in cream!"

Sono le parole di Julia Child, se non l'avevate già capito (per i lettori svedesi ho scritto un post qualche giorno fa su questa cuoca da mito, se a qulcuno qua interessa forse forse posso tradurlo in italiano...), e ci dicono un bel po' di cosa ne pensava questa signora sull'arte della cucina. Non ci sono scorciatoie al buon cibo e vanno bene soltanto prodotti e ingredienti genuini. Ho provato a seguire questa ricetta per filo e per segno, volevo realizzare La Vera Quiche aux Oignons Francese, così come la faceva Julia. Andava bene inizialmente, ma quando sono arrivata all'ultimo step prima di infornare, la ricetta mi diceva di mettere qualche cucchiaio di burro sopra, per farlo fondere nel forno, e dare ancora sapore alla quiche. Ma qui ho detto Basta! Dopo aver fatto la crosta con burro e farina bianca, stufato le cipolle nel burro e frustato le uova con della panna e del formaggio mi è sembrato che le cucchiaiate di burro on top fossero leggermente superflue. Quindi le ho scartate. Conseguenza: probabilmente non qualifico per il club dei seguaci fedelissimi di Julia Child, per quanto fosse buona la mia quiche.

Servitela con un'insalata verde condita con una vinaigrette alla senape e qualche noce sbriciolata e un buon Médoc corposo. In questo modo tutti i sapori si innalzeranno e penserete che a volte ne vale la pena fare qualche ricetta tradizionale dove non si fanno compromessi con il sapore.

1 piccola quiche, ca 24 cm di diametro

Per la crosta:
3 dl di farina bianca
100 g di burro freddo
2 cucchiai di acqua fredda

Mescolate la farina con il burro a pezzetti nel robot di cucina. Aggiungete un cucchiaio di acqua alla volta e continuate a girare finché la pasta sarà diventata uniforme e compatta. Formate con le mani una palla e mettetela in frigo.

Per il ripieno:

700 g di cipolla gialla, affettata sottilmente
30-40 g di burro
1 cucchiaio di olio d'oliva
1,5 cucchiaio di farina bianca
2 grosse uova
2 dl di panna liquida
1 cucchiaino di sale
un pizzico di pepe nero
un pizzico di noce moscata grattugiata
ca 1 dl di formaggio stagionato grattugiato (qualsiasi tipo, basta che ha un sapore abbastanza deciso)

(ca 1 cucchiaio di burro)

1. Stufate la cipolla con il burro e l'olio in una padella con il fondo spesso. Cuocete a fiamma molto bassa perché non si bruci, deve diventare morbida e lucida, non bruciata. Ci vorranno ca 40-50 minuti. Girate di tanto in tanto.2. Cospargete la cipolla con la farina e mescolate. Mettete da parte e fate raffreddare.

3. Stendete la pasta per la crosta e trasferitela in una forma per quiche imburrata leggermente. Se avanza della pasta potete tagliarla a striscoline e decorare la quiche prima di infornarla. Bucate il fondo della crosta con una forchetta e precuocete a 200 gradi per 8-9 minuti.

4. Togliete la crosta dal forno e abbassate la temperatura a 180 gradi.

5. Frustate le uova in una ciotola con la panna, il sale, il pepe e la noce moscata. Aggiungete la cipolla e il formaggio. Dopodiché versate il ripieno nella crosta precotta.

A questo punto Julia vuole che aggiungiamo dei toccheetti di burro (ca 1 cucchiaio) sopra la quiche prima di infornarla. Sinceramente non saprei cosa le potrebbe dare come valore aggiunto, sì forse un sapore più pieno, ma soprattutto un po' più di energia per l'inverno. Ma se anche voi avete già un surplus di energie e se pensate di riuscire ad accontentarvi del burro che c'è già nella crosta e nel ripieno, saltate i tocchetti alla fine! D'altro canto uno può anche pensare che in una ricetta come questa, dove non si risparmiano sulle calorie, un cucchiaio in più o uno in meno non cambia molto. Sono giusti tutti e due i modi di pensare, per questo in questa fase della ricetta fate come volete!


6. Cuocete al centro del forno (180 gradi) per ca 30 minuti, o finché la quiche non si sarà fermata e avrà preso un colore dorato.Quiche prima della cottura

martedì 19 luglio 2011

Coctail lappone

Come ricorderete questa estate? Non sarà di certo come l'estate più calda del decennio. Ma succedono sempre delle piccole cose che colleghiamo a un determinato periodo e poi quando penseremo a quell'avvenimento ricorderemo tutto il contesto: il tempo che faceva, con chi stavamo, come ci sentivamo ecc. L'estate scorsa per esempio faceva molto caldo durante un paio di settimane a luglio. Così caldo che abbiamo deciso di comprare un ventilatore. In Belgio deve fare MOLTO caldo perché uno decida di comprare un ventilatore, visto che si userà due massimo tre settimane all'anno. Mio padre venne a trovarci con la compagna durante questa ondata di caldo. Quando penso all'estate scorsa penso a queste cose: il caldo, la visita di papà (con tante risate e la gioia di stare insieme) e il ventilatore.

Cosa penserò tra un anno di questa estate. Di sicuro al nuovo lavoro. A come fatigavo per imparare tutte le cose nuove e come mi sentivo stupida a non capire niente all'inizio. Penserò al week end da zia Monique in Francia. Alla stanchezza disarmante. Alla speranza e le aspettative per il futuro.

Se volete fare di questa estate un ricordo davvero memorabile, prendete una sera dopo una giornata molto calda (se ne trovate una...), dopo che avrete fatto tante cose utili e vi sentirete soddisfatti e contenti di voi stessi. Mettetevi sul balcone al tramonto, sentite come ogni rumore diventa più chiaro, più isolato. Una giornata che si spegne, la notte che si avvicina. Sorseggiate un coctail dal colore del sole di mezzanotte, rosso rubino. Questo momento si inciderà nella vostra memoria.

Per 1 litro:
4 dl di bevanda ai lingon (Ikea) oppure succo di cranberries
2 dl di Martini bianco
1 limone affettato
4 dl di vino bianco
lamponi surgelati

‎La bevanda ai lingon si compra sotto forma di concentrato. Si trova a Ikea ma potrete anche usare il succo di cranberries dal supermercato. Diluite il concentrato con acqua secondo le istruzioni sulla confezione, o magari con un po' meno acqua di quanto indicato.
Mescolate la bevanda ai lingon/il succo di cranberries con il Martini e aggiungete le fette del limone. Lasciate tirare per un'oretta. Versate nei bicchieri a metà e aggiungete il vino bianco. Mettete un paio di lamponi surgelati in ogni bicchiere.

giovedì 14 luglio 2011

Mazarin al lime

Questa ricetta svedese assomiglia molto al frangipane. Nella galette des rois si usa la pasta sfoglia, ma nei mazarin si usa la frolla. Ma l'impasto è quasi identico. Io ho sempre amato i dolci un po' secchi, tipo tutti i tipi di biscotti, i pan di spagna, le cakes e i muffins, le frolle senza troppa crema ecc. I mazarin sono per questo motivo il mio dolce preferito. Purtroppo hanno una riputazione un po' negativa in Svezia. È considerato un po' "noioso" in quanto poco dolce, poco cremoso e poco innovativo. Ma sono proprio queste caratteristiche che mi attirano. A parte forse quella della scarza innovazione, ma per questo c'è rimedio. Basta aggiungere qualche ingrediente insolito, come qui per esempio il lime, e voilà abbiamo un dolce sfizioso e diverso.

Potrei inoltre immaginare tanti altri ingredienti da aggiungere per variarlo ancora, tipo l'arancio, il limone, le fragole, i lamponi, mirtilli ecc per la glassa e le noci, noccioline, macadamia, i pistacchi ecc per il ripieno. Altro che noioso!

ca 20 mazarin

La frolla:
6 dl di farina
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 cucchiaino di vanillina
3/4 dl di zucchero
1 uovo
250 g di burro

Il ripieno:
200 g di mandorle tritate grossolanamente + 125 g di farina di mandorle
(oppure 325 g di mandorle tritate finemente)
100 g di burro
4 uova
1,5 dl di zucchero
la buccia grattugiata e il succo di 1 lime

La glassa:
ca 2 dl di zucchero a velo
la buccia grattugiata di 1 lime
il succo di 0,5-1 lime

Mettete tutti gli ingredienti per la frolla nel food processor e attivatelo fino a che la pasta diventi una palla. Mettetela in frigo per ca 30 minuti.

Tritate le mandorle e mescolate gli ingredienti per il ripieno. A me piace quando le mandorle non sono tritate troppo finemente, ma se volete un ripieno più liscio tritatele di più oppure usate soltanto farina di mandorle.

Distribuite la frolla in delle formine di aluminio con l'aiuto del pollice. Mettete il ripieno. Non c'è bisogno di ungere le formine.

Infornate a 175-180 gradi per ca 20-30 minuti.

Fate raffreddare dopodiché togliete i dolci dalle formine (le potete lavare e riutilizzare).

Mescolate lo zucchero a velo con la buccia e il succo del lime. Spennellate la glassa sui dolci raffreddati.

La luce nella foto fa sì che il colore verde chiaro della glassa non si veda bene, ma la buccia del lime da alla glassa un bel colore verdino. Se volete rafforzare il colore ancora aggiungete qualche goccia di colore alimentare verde.

lunedì 27 giugno 2011

Crumble al cocco di rabarbaro e fragole

Due sono le cose di cui gli svedesi parlano i giorni prima di Midsommar: 1) Il tempo. Speriamo che migliori oppure Speriamo che continui così; e 2) Il cibo. Noi faremo il sill a pranzo e il barbecue la sera. Ma poi non c'è niente di eccezionale con queste tradizioni culinahttp://www.blogger.com/img/blank.gifrie perché 1) Tutte le famiglie mangiano le stesse cose, e 2) Tutte le famiglie mangiano le stesse cose che hanno mangiato a Pasqua, Natale e qualsiasi altra festa tradizionale. E se vuole piovere piove.

Con la giusta compagnia posso anche io mangiare un paio di pezzi di sill, magari con uno snaps al limone ghiacciato nel bicchierino. Ma è più la tradizione, la sensazione di appartenenza, che attira, piuttosto che il sapore. Per questo quest'anno sulla nostra tavola di Midsommar non c'era il sill. Ho invece preparato le tagliatelle con le polpette di salmone al sugo e questi crumble di rabarbaro e fragole. Cenetta estiva e molto buona, ma spero per l'anno prossimo di poter mangiare il "sill och nubbe" con la mia famiglia nel paese del sole di mezzanotte. E per quanto riguarda le tradizioni, la parola stessa è sinonima di ripetizione e conformità. E anche la pioggia è tradizione direi. Ce l'abbiamo nell'anima.

Per 4 mini crumble:
1,5 dl di farina
1,5 dl di fiocchi d'avena
1 dl di cocco grattugiato
0,5-1 dl di zucchero di canna
1,5 cucchiaino di vanillina

ca 10 fragole tagliate a pezzettini
ca 3 dl di rabarbaro tagliato a pezzettini (2-3 gambi)
1 cucchiaio di zucchero
1-2 cucchiaio di fecola di patate
1-2 cucchiaio di cannella

Mescolate velocemente gli ingredienti per il crumble in una ciotola (con le mani o nel mixer) fino a ottenere una pasta sbriciolosa. Mettetene poco meno della metà sul fondo delle 4 formine e appiattite leggermente. Mescolate il rabarbaro tagliato a pezzettini con lo zucchero e la fecola. Mettete il rabarbaro e le fragole sopra il crumble nelle formine e coprite con il rimanente del crumble. Infornate a ca 180 gradi e cuocete per ca 20 minuti o finché il crumble non avrà preso un bel colore dorato.

sabato 25 giugno 2011

Insalata di carpaccio con pera e pecorino

L'anno scorso siamo stati una settimana in Umbria nel mese di giugno. Abbiamo fittato una casa da una coppia inglese-austriaca. Una sera sera ci hanno portato in una piccola osteria conosciuta solo dai locali, un cosidetto buco nel muro. Non eistevano i menu, solo i consigli dello chef. Adoro questo tipo di locali perché lì scopri i veri piatti, quelli genuini, non adattati ai gusti dei turisti. In questa osteria ho mangiato un arrosto di vitello con fettine di pera, scaglie di pecorino e una salsa basata sull'aceto balsamico. Era la fine del mondo! Sembra un piatto semplice, ma non saprei mai preparare la carne nello stesso modo visto che era cotta alla brace.

Gli ingredienti di questa insalata di carpaccio sono quelli del piatto che ho mangiato, ma la preparazione e presentazione sono invenzioni mie. Non riuscirei comunque a riprodurre quel fantastico piatto mangiato a Trevi!

Quantità per persona:
Fettine sottili di carne di vitello o manzo, 150 g
qualche cucchiaio di aceto balsamico
sale
1/2 pera matura
pecorino a scaglie, una manciata
pinoli arrostiti, una manciata

Il dressing:
olio di oliva
aceto balsamico
succo di limone
qualche foglia di basilico
sale
pepe misto

Tagliate la carne in strisce di ca 1 cm. Cuocete in padella con un filo d'olio. Quando la carne sarà quasi cotta aggiungete 1-2 cucchiai di aceto balsamico e un po' di sale. Mettete tutti gli ingredienti in una insalatiera larga o su un grosso piatto. Versateci sopra il dressing.

giovedì 16 giugno 2011

Verrines ai mirtilli con crema al mascarpone e crumble

Durante le vacanze stoccolmesi siamo stati invitati al battesimo del figlio della mia migliore amica. Non solo avevamo il piacere di assistere a questa stupenda cerimonia di una piccola creatura nuova al mondo, ma avevo anche l'onore di poter aiutare a preparare il buffè per la reception dopo. Per il dessert ho fatto tra altro queste verrines al mirtillo. Composte da due strati di compôte di mirtilli e due strati di crema al mascarpone alla vaniglia, e alla fine incoronate con del crumble. Fanno un figurone al buffè vi assicuro!

Per ca 15 verrines:

Per la compôte di mirtilli:
ca 400 g di mirtilli
0,5-1 dl di zucchero

Mettete i due ingredienti in un pentolino e fate cuocere a fiamma bassa finché non si raddensa. Mescolate spesso per evitare che attacchi sul fondo.

Il mascarpone alla vaniglia:
500 g di mascarpone
500 g di yogurt alla vaniglia denso
3-4 cucchiai di vanillina o i semi di mezzo baccello di vaniglia
la buccia grattugiata di 1 limone
(ev. zucchhero a velo)

Mescolate tutto in una ciotola e assicuratevi che tutti i grumi del mascarpone si sciolgano. Aggiungete eventualmente dello zucchero a velo se preferite una crema più dolce. Io non lo metto perché lo yogurt che utilizzo è già abbastanza dolce.

Il crumble:

150 g di farina
180 g di burro
150 g di farina di mandorle
150 g di zucchero

Mescolate il tutto finché avrete una pasta sbriciolosa e cospargetela su una placca da forno. Cuocete a 200 gradi per ca 20 minuti, o finché le briciole non avranno avuto un bel colore. Mescolate un paio di volte durante questo tempo per avere una cottura uniforme.

Mettete uno strato di mirtilli sul fondo delle verrines. Dopodiché mettete uno strato di crema al mascarpone, un altro strato di mirtilli e poi uno di mascarpone. Alla fine mettete qualche cucchiaio di crumble sopra. Mettete preferibilmente il crumble appena prima di servire per evitare che assorba umidità dalla crema.

mercoledì 15 giugno 2011

Smoothie con albicocche e mirtilli

Poco fa avevamo neve e temperature gelide, poi arrivò la primavera ma l'estate è sempre sembrata molto molto lontana. Alla fine arrivò anche lei però, d'improvviso come sempre. Siamo appena tornati dalla prima tappa delle vacanze estive. 10 giorni in una Stoccolma con temperature mediterranee. Giorni riempiti di picnic in riva al mare, gite nell'arcipelago, passeggiate, incontri e relax con famiglia e amici.

Per me erano anche 10 giorni per raccogliere le forze per il nuovo lavoro che inizio domani. Ammetto di essere abbastanza emozionata, per tutte le cose nuove che dovrò imparare, tutte le persone da conoscere. Ma sono anche molto contenta.

A colazione in Svezia preparavo sempre degli smoothies. Fatti con le fragole che adesso sono al picco della loro stagione. Non posso ripeterlo abbastanza, ma le fragole svedesi sono qualcosa di speciale e chi non le ha ancora assaggiate non può capire. Qui in Belgio non sono male, ma non sono come quelle svedesi! Per questo stamattina ho fatto uno smoothie invece con delle albicocche fresche e dei mirtilli surgelati.

2-3 albicocche ben mature
1 dl di mirtilli surgelati
1 dl di yogurt alla vaniglia

Lo yogurt che uso è già dolce per questo non ho aggiunto dello zucchero in più, ma se usate uno yogurt meno dolce potete aggiungere qualche cucchiaio di zucchero o miele.

giovedì 26 maggio 2011

Muffins al cioccolato bianco con compôte di lamponi e rabarbaro

I muffini sono il dolce che preferisco di tutte le categorie. Ma nonostante che siano facilissimi da preparare è anche molto facile che escano male. Un muffino uscito male è secondo me uno basso e soffice che si scioglie in bocca. Non se ne sente il sapore perché è tutta aria. Un muffino non deve sciogliersi in bocca, un muffino deve essere pesante, compatto e alto. Bisogna masticarlo, non schiacciarlo con la lingua contro il palato. Per questo ci metto sempre dei fiocchi d'avena (e a volte anche della farina di segale, anche nei muffini dolci). Non devono nemmeno essere troppo dolci. Quando seguo le ricette in genere divido la dose dello zucchero per metà, per questo le mie ricette di muffini richiedono spesso solo 0,5-1 decilitro di zucchero.

Una regola d'oro che seguo è: più brutto, e più buono è. Una pasta troppo soffice è più facile da versare nelle formine e quindi i muffini escono regolari e belli. Se invece la pasta è densa e compatta è difficile farla entrare nelle formine e i muffini escono più irregolari e...brutti. Quindi: Brutto = Buono!

Questi muffini non sono in verità troppo brutti, e infatti potevano anche essere un po' più compatti. Per questo ho aggiunto un po' di farina e fiocchi d'avena.

8-10 muffini di media grandezza

Per i muffini:
2 uova
0,75 dl di zucchero di canna
1 barattolino di yogurt naturale
150 burro sciolto
120 g cioccolato bianco tritato grossolanamente
4,5-5 dl di farina
1,5 dl di fiocchi d'avena
3 cucchiaini di vanillina
2 cucchiaini di lievito in polvere

Per la compôte:

100 g di lamponi
100 g di rabarbaro
0,5 dl di cassonade
1 cucchiaino di vanillina
ev. 0,5 cucchiaino di semi di vaniglia

Iniziate con la compôte. Mettete tutti gli ingredienti in un pentolino e fate cuocere per ca 5 minuti. Quando la compôte comincerà ad avere una consistenza cremosa e fluida sarà pronta. Fate raffreddare.

Sbattete le uova con lo zucchero. Aggiungete il burro sciolto non bollente e il cioccolato tritato. È importante che il burro non sia caldo per evitare che i pezzettini di cioccolato si sciolgano. In una ciotola a parte mescolate la farina, i fiocchi d'avena, il lievito e la vanillina. Aggiungete il tutto all'impasto delle uova.

Versate la compôte sopra l'impasto e mescolate molto delicatamente con poche cucchiaiate per avere un effetto marmorizzato.

Con l'aiuto di due cucchiaini mettete la pastella nelle forme da muffins e infornate a 175 gradi per ca 20 minuti.

lunedì 23 maggio 2011

Palline al cioccolato

Quando ero bambina questi dolcetti si chiamavano palline del negro. Tutti dicevano così e nessuno pensava che poteva essere offensivo. Tra gli anni 80 e 90 cambiavano successivamente nome diventando palline al cioccolato, allo stesso ritmo che la società diventava, o cercava di diventare, più politically correct.

Quando ero una giovane studentessa lavoravo nel reparto pasticceria in un grosso supermercato. Un giorno arrivò un cliente di evidente origine africana. Inizialmente vagava avanti e indietro davanti al banco, con un'aria da furbacchione, ma alla fine si avvicinò. Gli chiesi se potevo aiutarlo e lui indicò col dito le palline e mi chiese - in inglese: What are those called? Io avevo già capito che questo tizio non voleva comprare niente, voleva solo fare lo spiritoso e prendermi in giro. Sapeva benissimo come si chiamavano! Io però non mi feci prendere in giro ma risposi molto correttamente: Chocolate balls. Do you want some? E come avevo già intuito il ragazzo non voleva affatto comprare e mi disse: No thank you. E si girò e se ne andò. Un comportamento un po' bizzarro se chiedete a me, ma allo stesso tempo abbastanza divertente.

Come vuoi chiamare questi dolcetti, sono comunque buonissime! Noi amiamo il forte sapore del cioccolato fondente, per questo ho modificato la ricetta tradizionale e ci metto più cacao amaro e anche del cioccolato fondente sciolto (il che la ricetta tradizionale non richiede).

100 g di burro a temperatura ambiente
0,5-0,75 dl di zucchero muscovado (o di canna)
2 cucchiaini di vanillina
1 dl di cacao amaro
4 dl di fiocchi d'avena
2 cucchiai di caffè forte
80 g di cioccolato fondente sciolto

del cacao amaro, cocco o cioccolato fondente per coprirle

Mescolate il burro con lo zucchero in una ciotola. Aggiungete la vanillina, il cacao, i fiocchi d'avena, il caffè e il cioccolato e mescolate bene fino ad avere una pasta ben composta. Formate delle palline. La pasta sarà molto incollosa e vi sporcherete abbastanza, ma giuro che ne varrà la pena! Passate le palline nel cacao, nel cocco o nel cioccolato sciolto e mettetele in frigo per rapprendersi.

Toglietele dal frigo ca 30 minuti prima di mangiarle in modo da far emergere bene tutti i sapori.

giovedì 19 maggio 2011

Frittelle di zucchine

Raramente faccio le stesse ricette due volte. Non perché non escano bene, ma perché proprio non riesco a non fare delle modifiche alle ricette. Queste frittelle però sono un'eccezione. Le faccio regolarmente e senza fare grosse modifiche alla ricetta di base. A volte sostituisco il parmigiano con il pecorino, a volte metto più a volte meno zucchina, ma la base è sempre la stessa. Proprio perché sono buone e facili da preparare. Una sorta di fast food ma sano. A volte le mangiamo così come sono, con un po' di confettura di mirtilli rossi (eeeeh dopotutto sono svedese, cosa credete?) e un'insalata, e a volte con accessori un po' più ricercati come il salmone affumicato o del prosciutto. E il bello è che si possono anche modificare a seconda dei gusti e le voglie: provate anche con della carota grattugiata, gli spinaci tritati, aglio e cipolla, del peperoncino, della feta o mozzarella...

Ecco la ricetta di base:

Per 4 persone (ca 25 frittelle)
1 zucchina grossa o 2 piccole
3-4 uova
1 dl di farina
1 dl di latte
1 dl di parmigiano grattugiato
sale, pepe
noce moscata
qualche foglia di erbe aromatiche, p.es. timo, basilico, menta...

Grattugiate la zucchina e mescolate con le uova, la farina, il latte, il parmigiano, il sale, il pepe e le erbette. La pastella deve essere semi-liquida in modo da poter formare delle piccole frittelle non troppo sottili in padella. Riscaldate poco olio in una padella antiaderente e friggete 3-4 frittelle alla volta, qualche minuto su ogni lato.

domenica 15 maggio 2011

Piadine all'anice

Mia nonna ha un piccolo libricino nero. In questo libricino, da anni e anni, annota tutte le sue ricette. Non so quando iniziò a scriverle, ma decine e decine di anni fa. La sua elegante calligrafia corsiva indica la sua onorabile età e sfogliare le pagine è come entrare a far parte di un pezzo di storia ormai persa. Nonna non è per niente tirchia, anzi è molto contenta e fiera se qualcuno chiede una sua ricetta. Io ne ho copiato qualcuna, come i cornetti di pasta frolla alla vaniglia di zia Karin, i mazariner e queste piadine. Ma le sue ricette sono troppo belle per essere pubblicate su questo blog. Se le devo pubblicare non sarà per meno di un libro di ricette vero e proprio. Intanto scrivo qui qualche variante delle ricette di nonna. Le piadie originali sono leggermente diverse, ma questa variante con anice viene niente male. In ogni caso è inutile che io provi a seguire per filo e per segno le ricette di nonna, non vengono mai buone come quando le fa lei!

10 piadine
5 dl di farina bianca (oppure 2,5 di farina bianca e 2,5 di farina integrale)
2 cucchiaini di lievito in polvere
1/2 cucchiaino di sale
2 barattolini di yogurt bianco
1/4 dl di melassa (sirap), miele o sciroppo d'acero
50 g di burro fuso, non bollente
2 cucchiaini di semi di anice

Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola e impastate con l'aiuto delle mani. Mettete la pasta sul piano di lavoro e formate un rotolo. Dividetelo in 10 pezzetti e formate delle palline. Stendete ogni pallina con il mattarello e formate dei dischetti di ca 12-14 cm di diametro. Passate eventualmente con il mattarello "riccio", ma non è neccessario, è a puro scopo decorativo (e se qualcuno mi sa dire il nome tecnico di tale mattarello non liscio sarei molto grata!). Cuocete le piadine in padella senza olio né burro a fuoco medio, un paio di minuti su ogni lato. Fate attenzione a non bruciarle, si cuociono molto velocemente. Queste piadine sono molto pratiche a conservare in freezer, quando se ne ha voglia si scongelano in pochi minuti.

giovedì 5 maggio 2011

Polpette al rosmarino e limone

Se Colombo non avesse avuto il coraggio di intraprendere il suo pazzo viaggio per scoprire l'India, oggi il mondo non sarebbe stato questo. Se gli scontenti Francesi non avessero avuto il coraggio di protestare contro la nobiltà, non avremmo avuto nessuna rivoluzione e l'Europa di oggi sarebbe stata diversa. Se Romeo e la sua Giulietta si fossero chinati davanti alla convenienza e non avessero avuto il coraggio di difendere la loro passione, oggi la nostra concezione globale dell'amore vero e puro sarebbe stata diversa.

Raramente seguo le ricette e se posso dirlo da sola, la maggior parte delle volte i miei piatti escono più buoni di quanto aspettato. L'ingrediente magico si chiama coraggio. Senza coraggio in cucina non nascono nuovi piatti.

Le mie polpette non saranno tanto coraggiose quanto una rivoluzione o una scoperta di una Terra nuova, ma se da sempre preparate le vostre polpette nello stesso modo, osate aggiungere ciò che al momento trovate in frigo. Per esempio una manciata di rosmarino e un po' di buccia di limone. Rimarrete sorpresi. E dopo, forse forse, il mondo non sarà più lo stesso.

400 g di carne macinata (bovina)
1/2 dl di pangrattato
qualche cucchiaio di latte
2 spicchi d'aglio tritati
1 cipolla tritata
una manciata di prezzemolo tritato
due rametti di rosmarino tritato
buccia grattugiata di un limone
1 uovo
1 dl di parmigiano grattugiato
sale, pepe

1 barattolo di pomodorini Cirio (o altra marca di buona qualità)
1/2 barattolo di acqua
1 dado vegetale

Mettete il pangrattato a gonfiare con il latte in una ciotola. Aggiungete gli altri ingredienti e mescolate. Fate delle polpette e rosolatele in padella con un po' di olio d'oliva. Aggiungete i pomodori, l'acqua e il dado sbriciolato. Fate cuocere sotto coperchio per ca 30 minuti o finché il sugo non cominci a raddensarsi.

martedì 3 maggio 2011

Tasty Cards ™ - cartoline gustose

Si chiama Münchmedia l'azienda svedese che produce le Tasty Cards, delle cartoline con bellissime foto e ricette gustose. Le potete ordinare online con dei saluti personali prestampati, o senza, e spedire ai vostri clienti, amici e conoscenti. Le cartoline sono al momento disponibili in svedese, inglese e tedesco. Un'idea simpaticissima secondo me; chi non apprezzerebbe un tale pensiero! Non solo qualcuno mi vuole mandare una cartolina, ma si impegna anche a sceglierne una con una ricetta di mio gusto.

Sono una dei creatori che contribuiscono a queste cartoline. Potete vedere le mie cartoline qui. Le mie ricette sono come sempre fortemente ispirate alla cucina italiana. Alcune tradizionali, altre con un pizzico di svedesitudine.

Cliccate su Tasty Cards e guardate tutte le cartoline dei vari creatori. E perché non mandare un saluto solare che andrà direttamente al cuore - via lo stomaco!

Pizzerie a Napoli e parmigiana della suocera

Che la pizza a Napoli sia fantastica non è una novità ma sono così fantastiche che mangiare una ogni sera non è un problema! Abbiamo tre pizzerie preferite: Pizzeria di Napoli che fa la pizza più buona in assoluto. Bordo alto e soffice, né molle né croccante, un po' chewy al primo morso ma poi si scioglie in bocca! Il locale è piccolo e stretto e visto che non accettano prenotazioni per telefono bisogna sempre aspettare fuori 20-30 minuti prima di avere un tavolo. Ma ne vale la pena! Servono solo pizze, salate e dolci. Non hanno nemmeno la macchina per il caffè (per questo bisogna andare al bar di fronte dopo). Una cosa che si può avere dopo la pizza, oltre il limoncello che è d'obbligo, è il liquore alla liquirizia. Ma quella buona, non troppo dolce e dal forte sapore di liquirizia. Poi abbiamo la classica Pizzeria Brandi fondata nel 1780, che non ha bisogno di presentazioni più dettagliate. La pizza è buona ma non eccellente, ma quello che merita è l'ambiente e la storia nei muri. La pizzeria si trova ai due lati di un vicolo stretto. D'estate mettono dei tavoli fuori e la pizzeria crea così un continuum da un lato all'altro del vicolo. Dopo la pizza si può scendere in Piazza Trieste e Trento, dietro l'angolo, per un caffè nocciolato dal "Caffè del Professore". Anche questo un classico. Non vado a cercare un aggettivo che descriva questo caffè, va vissuto! La nostra terza pizzeria preferita è la Trattoria Vanvitelli, in Piazza Vanvitelli, che fa anche da ristorante. È molto grande e rumoroso (ideale per famiglie con bambini in quanto hanno un giardino giochi con le babysitter) ma la pappa vale! Un fornito banco dolci con ogni giorno 10-15 dolci diversi dal classico tiramisu e crostata ai frutti, alla caprese, ricotta e pera e nutellotto. Venite affamati! Quasi sempre offrono il limoncello e meloncello dopo "a volontà".

Dopo questa orgia di pizze veniamo al dunque. La parmigiana della suocera. Una ricetta classica dove mia suocera durante 40 anni ha aggiunto e tolto ingredienti a suo piacere. Il risultato è secondo me eccellente e io seguo sempre la sua ricetta quando preparo questo piatto.

Per una piccola forma, 3-4 persone:
1 piccola melanzana
1 piccola zucchina
1 cipolla, tritata
1 spicchio d'aglio, tritata
1 barattolo di pomodorini Cirio (o altri pomodori buoni)
1 dado vegetale
1 bicchierino di vino bianco
una manciata di erbe fresche (p.es. timo, origano, basilico)
1 mozzarella, a fette
1 dl di parmigiano grattugiato
2 uova + un goccio di latte
sale, pepe, noce moscata

Tagliate la melanzana e la zucchina a fettine di ca mezzo centimetro di spessore. Passatele sulla griglia o in padella con un po' di olio. Soffriggete cipolla e aglio, aggiungete i pomodori, il dado e il vino e fate cuocere per ca 10-15 minuti. Aggiungete le erbe. Sbattete le uova con il latte, un pizzico di sale, pepe e noce moscata.

Ungete con un po' di olio una pirofila. Mettete a strati le melanzane, il sugo, la mozzarella, le zucchine, il parmigiano e le uova a cucchiaiate fino a riempire la forma. L'ultimo strato dovrebbe essere di pomodoro con un po' di parmigiano cosparso sopra.

Cuocete a ca 180 gradi per ca 30-40 minuti o finché le uova non si saranno raddensate e il gratin non avrà preso un bel colore dorato.

domenica 17 aprile 2011

Nidi di spaghetti con cuore di mozzarella

Siamo in piena primavera e cosa può essere più adatto di questi piccoli nidi con le uova nascoste sotto forma di mozzarella filante? Serviteli come primo piatto o come piatto unico con accanto delle verdure. Non dimenticate di metterne uno anche sul davanzale della finestra. Se passa una rondine forse si ferma per farvi compagnia durante il pranzo.

8-10 nidi
300 g di spaghetti
1 scalogno tritato
i spicchio di aglio tritato
200 g di prosciutto crudo, tagliato a striscoline
2 uova
un goccio di latte
pepe, noce moscata
una manciata di pecorino grattugiato
1 mozzarella a dadini

Cuocete gli spaghetti per ca 2/3 del tempo di cottura. Scolateli e conditeli con un goccio di olio d'oliva. Soffriggete lo scalogno, l'aglio e il prosciutto e aggiungete il soffritto agli spaghetti. Con l'aiuto di una forchetta e un cucchiaio, arrotolate gli spaghetti formando dei nidi e disponeteli in una teglia da muffins unta d'olio. Fate un buco al centro e metteteci dentro la mozzarella e chiudete i buci ricoprendo con gli spaghetti. Sbattete le uova con il latte, del pepe, della noce moscata e il pecorino grattugiato. Versate le uova sopra i nidi. Cuocete al forno a 180 gradi per ca 20 minuti o finché gli spaghetti non comincino a prendere colore. Sfornate e trasferite i nidi su dei piatti con l'aiuto di una paletta.

giovedì 14 aprile 2011

Alfajores sudamericani con lime curd

Siamo un gruppo di amici che si incontra una volta al mese per cucinare insieme. L'ultima volta abbiamo fatto cucina sudamericana e a me toccava preparare il dolce. Ho scelto questi biscotti che inizialmente credevo fossero puramente argentini. Dopo ricerche più aprofondite ho scoperto che la loro origine è araba, più tardi inseriti nella tradizione spagnola dopodiché portati con i colonizzatori nel continente sudamericano. Non solo in Argentina, ma un po' dapperttutto come in Uruguay, Messico, Bolivia, Cile tra altri.

A dir il vero quello che accomuna i miei alfajores con quelli tradizionali è solo l'apparenza. E manco quella visto che alla fine li ho colorati verdi. Ma poco male, il sapore è ottimo e uno tira l'altro.

La ricetta originale era americana con le dosi in cups e ounces. Non mi ci trovo con queste misure, per questo le ho convertite in decilitri e grammi.

Per i biscotti:
2,5 dl di zucchero
180 g di burro morbido
85 g di Philadelphia cream cheese
1 cucchiaio di buccia grattugiata di lime
1 cucchiaio di spremuta di lime
1 cucchiaino di vanillina
un pizzico di sale
4,5 dl di farina

Per il lime curd:

100 g di burro
1,8 dl di zucchero
1 cucchiaio di buccia grattugiata di lime
1 dl di spremuta di lime
1 cucchiaio di maizena
un pizzico di sale
4 tuorli d'uovo

Preparazione biscotti:
1. Impastate velocmente lo zucchero, il burro e il cream cheese nel food processor.

2. Aggiungete la buccia e il succo di lime, la vanillina, il sale e mescolate.

3. Alla fine aggiungete la farina. Non lavorate troppo la pasta, giusto finché tutto non si amalgami.

4. Formate due filoni da ca 5 cm di diametro. Avvolgeteli in della pellicola e mettete a riposare in frigo.

Preparazione lime curd:
5. Sciogliete il burro, lo zucchero, la buccia+il succo di lime e il sale in una pentola su fuoco basso. Mescolate tutto il tempo perché non si bruci.

6. Sbattete i tuorli in una ciotola che resiste al caldo. Versateci dentro ca mezzo decilitro del composto al burro caldo e mescolate. Versate tutto il composto con le uova dentro la pentola con il burro e mescolate bene.

7. Rimettete la pentola sulla piastra e riscaldate a fuoco basso mescolando in continuazione finché la crema non si raddensi. Per sapere quando è pronta potete fare la prova tirando la frusta attraverso la crema; quando i segni della frusta rimangono la crema è pronta.

8. Mettete la crema in frigo perché si raddensi ancora.

9. Prendete i filoni di pasta dal frigo e tagliateli in dei dischetti da ca 5-7 mm di spessore. Disponeteli su una placca con carta forno.

10. Inumidite leggermente la superficie con dell'acqua e cospargete con un po' di zucchero (che avrete eventualmente colorato con del colore alimentare).

11. Cuocete a 175 gradi per 8-10 minuti. Fate raffreddare.

12. Con l'aiuto di una tasca da pasticciere o un coltello, distribuite la crema su metà dei biscotti e mettete l'altra metà sopra.

martedì 12 aprile 2011

Zuppa di piselli verdi, cerfoglio e rafano


La vita è un fenomeno strano. A volte bisogna fare retromarcia per poter andare avanti. Può essere molto difficile accettare una retrocessione, può sembrare un fallimento, che era tutto invano e che bisogna ricominciare da capo. Ma niente è mai invano. Tutte le scelte che facciamo, tutte le sconfitte e delusioni ci portano da qualche parte. A una nuova intuizione, esperienza o sfida. Impariamo cose nuove sul mondo, sulle persone che ci circondano e su noi stessi.

Penso spesso che molte volte ci facciamo in quattro per rendere al meglio, per accontentare tutti e per sentirci soddisfatti. Ma spesso tutti non sono contenti e noi non ci sentiamo per niente soddisfatti. Allora può essere una buona cosa fare quel passo indietro, riflettere, scartare e fare nuove scelte.

Oggi questa semplice zuppa di piselli rappresenterà la semplicità e la bontà. La vita non deve essere più difficile di così. E nello stomaco ci si sente bene.

4-5 porzioni
500 g di pisellli
50 g di cerfoglio fresco
2 scalogni
1 spicchio d'aglio
1 dl di vino bianco
1 litro di brodo vegetale
1 cucchiaio di rafano grattugiato (o di più se volete un sapore più forte)
1 dl di panna liquida
sale, pepe

Soffriggete la cipolla e l'aglio tritati in poco olio in una pentola. Aggiungete i piselli e il vino e fate cuocere per qualche miuto. Aggiungete il brodo e cuocete finché i piselli non saranno morbidi. Metteteci dentro il cerfoglio, il rafano e la panna e riducete il tutto a una crema liscia con l'aiuto di un mixer a immersione. Regolate di sale e pepe (ma se il brodo è già salato probabilmente non servirà altro sale).

martedì 29 marzo 2011

Day after Waffel Day

Adoro gli avanzi! Cucino spesso volontariamente troppo la sera per poter conservarmi gli avanzi per il giorno dopo, o da riscaldare e mangiare così come sono, o per usare come base per ricreare un piatto nuovo. I wafels dolci avanzati venerdì sera li ho riscaldati in padella la mattina dopo e abbiamo così avuto un ottimo brunch. Quelli salati invece li ho spalmati di pesto, poi messo del prosciutto, pomodoro e mozzarella e poi riscaldati nel grill.

Provate anche i waffels/toast/panini caldi con questi fillings:
#pesto, prosciutto, pomodoro (senza semi per non bagnare troppo il pane), mozzarella
#avocado schiacciato, salmone affumicato, pomodori secchi sott'olio, mozzarella
#tapenade, melanzane grigliate, mozzarella

sabato 26 marzo 2011

Waffel Day

Il 25 marzo è il Våffeldagen, ovvero il "waffel day", in Svezia. Tutte le famiglie posseggono un ferro per fare i waffel e li mangiano almeno una volta all'anno, cioè il 25 marzo. Vi chiederete Ma perché bisogna nominare un giorno specifico per mangiare sti waffel? I Belgi riescono a mangiarli tutto l'anno! D'altronde sono cosi buoni che mangiarli una sola volta all'anno è un gran peccato. Ma c'è una ragione. Il 25 marzo è anche il giorno dell'Annunciazione del concepimendo della Vergine Maria. In inglese questa festa si chiama Lady Day e in svedese originariamente era Vår Fru-dagen (giorno della Nostra Signora). Provate a pronunciare "Vår Fru" molto velocemente e per centinaia di anni e vedrete che alla fine uscirà una cosa tipo "voffu" dalla vostra bocca. Così Vårfru-dagen è diventato Våffeldagen e tutti gli svedesi hanno una scusa per mangiarli - almeno in quel giorno!

Li ho fatti sia salati, con degli spinaci tritati e serviti con degli accessori tipici: salmone marinato, cipolla rossa tritata e panna acida; sia dolci con panna montata, more e zucchero a velo.

Se volete farli a casa dovete procurarvi di un ferro apposito. In Svezia si usa un tipo che fa i waffel più sottili rispetto a quelli belgi.

Per la pastella salata:
125 g burro
2 dl di latte intero
4 dl di farina
2 uova
1 cucchiaino di lievito in polvere
2 dl di acqua fredda (frizzante)
1 cucchiaino di sale
150 gr di spinaci freschi

Per la pastella dolce:

125 g burro
2 dl di latte intero
4 dl di farina
2 uova
1 cucchiaio di lievito in polvere
2 dl di acqua fredda (frizzante)
2 cucchiaini di zucchero vanigliato

Sciogliete il burro in un pentolino. Mescolate gli ingredienti secchi in una ciotola. Aggiungete metà del latte e frullate energicamente. Dopodiché aggiungete il resto del latte, le uova e il burro fuso. Alla fine versateci dentro anche l'acqua e frullate. Va bene con acqua normale ma se frizzante i waffel mantengono più a lungo la loro croccantezza.

Se fate dei waffel dolci lo zucchero vanigliato va aggiunto insieme agli altri ingredienti secchi. Per quelli salati fate appassire gli spinaci in una pentola senza aggiunta di acqua o olio. Tritateli e aggiungeteli alla pastella.

Mettete ca 1 dl di pastella ne ferro caldo e cuocete per un paio di minuti, finché i waffel non saranno dorati e croccanti. Mangiateli subito.

sabato 19 marzo 2011

Gnocchi tricolore


L'altro giorno abbiamo festeggiato il compleanno dell'Italia con il tiramisu verde-rosso. Ma visto che ci mancava il bianco ho pensato di fare un'altra creazione tricolore. Quindi continuiamo i festeggiamenti dell'Italia Unita con questi gnocchi verde-bianco-rosso ai tre pesti.

Gli gnocchi verdi li ho realizzati con degli spinaci e quelli rossi con il pomodoro. Per quelli bianchi invece, per dargi un tocco in più, ho aggiunto della buccia di limone. Molto fresco e se abbinati con il pesto bianco alla ricotta e le noci, la combinazione noci-limone dà una sorpresa vivace all'arrivo in bocca.

Ecco la ricetta per 4 persone:
700 gr di patate
140 gr di spinaci freschi
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
buccia grattugiata di mezzo limone
1 uovo sbattuto
tre pizzichi di sale
400-500 gr di farina

1. Pelate le patate e tagliatele in pezzetti uguali. Lessatele e fatele raffreddare.
2. Fate appassire gli spinaci lavati in una pentola senza aggiunta di acqua né olio. Fate evaporare tutta l'acqua. Tritate gli spinaci.
3. Schiacciate le patate nello schiacciapatate.
4. Dividete le patate in tre parti.
5. Lavorate una parte alla volta. Cominciate con quella verde. Aggiungete alle patate il trito di spinaci, un po' di farina, un pizzico di sale e 1/3 dell'uovo sbattuto. Aggiungete poca alla volta altra farina e lavorate fino ad avere una pasta dura e liscia. Mettetela a parte.
6. Continuate con la pasta rossa. Aggiungete alle patate il concentrato di pomodori, 1/3 dell'uovo sbattuto, un pizzico di sale e un po' di farina. Lavorate la pasta aggiungendo poca alla volta altra farina fino ad avere un pasta dura e liscia.
7. Finite con la pasta bianca. Aggiungete alle patate la buccia di limone, l'ultimo terzo dell'uovo sbattuto, un pizzico di sale e un po' di farina. Lavorate la pasta aggiungendo poca alla volta altra farina fino ad avere una pasta dura e liscia.
8. Formate dei filoncini di ca 2-3 cm di spessore e tagiateli in tocchetti. Spolverizzateli con della farina.
9. Con l'aiuto di una forchetta e il vostro pollice dategli la classica forma dello gnocco.
10. Cuocete gli gnocchi in tre pentole separate e scolateli quando vengono a galla.


Condite gli gnocchi verdi con il pesto classico al basilico; gli gnocchi rossi con il pesto rosso alle mandorle e pomodori secchi; e gli gnocchi bianchi con il pesto bianco con ricotta e noci.

Pesto bianco



Questo pesto è facilissimo da preparare e buono con tutti i tipi di pasta (provatelo anche con la pasta integrale). Lo potete anche spalmare tra due strati nelle lasagne al forno oppure con le melanzane al forno. Usate la vostra fantasia!

Ingredienti per ca 2,5-3 dl di pesto:
mezzo barattolo di ricotta (ca 125 gr)
ca 50 gr di gherigli di noci
1 spicchio d'aglio
ca 1 dl di pecorino grattugiato
ca 0,5 dl di latte

Frullate tutti gli ingredienti tranne il latte in un mixer. Diluite con poco latte alla volta fino ad avere una crema semidensa.

Pesto verde classico


Mai ho fatto il pesto nel mortaio. Me ne devo vergognare? Se un pesto pare più buono rispetto a un altro credo dipenda certo dalla qualità degli ingredienti, ma soprattutto dal contesto. Se mangiato sotto un pergolato con vista mare sulla Riviera dei Fiori, giuro che questo mio pesto umile, fatto sbrigativamente nel mixer, saprà ugualmente buono come se l'aveste visto fare da una vecchia signora che aveva seminato, innaffiato e raccolto il suo basilico, e poi pestandolo nel suo mortaio.

Ingredienti per ca 2,5-3 dl di pesto:
un mazzo di foglie di basilico
1 spicchio d'aglio
50 gr di pinoli
ca 1,5 dl di parmigiano e pecorino grattugiati
ca 1,5-2 dl di olio EVO

Mettete tutti gli ingredienti e metà dell'olio nel mixer e frullate fino ad avere un composto omogeneo. Aggiungete ancora dell'olio fino ad avere un pesto liquido.

Poche volte ho fatto il pesto classico, amo aggiungere qualche ingrediente inaspettato a tutti i miei piatti. Questa volta però non l'ho fatto e la ricetta non presenta sorprese. Se volete rallegrare il vostro pesto suggerisco una di queste alterazioni alla ricetta tradizionale:

# la buccia di un limone
# parti uguali tra basilico, timo, rosmarino, menta e origano
# parti uguali tra pinoli, noci, mandorle, noccioline

Pesto rosso alle mandorle



Ingredienti per ca 2,5-3 dl di pesto

ca 150 gr di pomodori semisecchi sott'olio
un pugno di foglie di basilico
1 spicchio d'aglio
ca 1 dl di pecorino grattugiato
ca 50 gr di mandorle private della pellicina
ca 1,5-2 dl di olio EVO

Mettete tutti gli ingredienti con metà dell'olio nel mixer e frullate fino ad avere un composto omogeneo. Aggiungete ancora dell'olio e continuate a frullare fino ad avere un pesto fluido ma denso.

martedì 15 marzo 2011

Tiramisu con crema di pistacchi e lamponi


Questa può essere considerata una ricetta fast food in quanto, con i giusti ingredienti in casa, ci vogliono ca 15 minuti a prepararla. Il bello però è che uno può scegliere il grado di amore e dedizione da metterci, e se fare un dolce sprint che comunque si presenta bene agli ospiti, oppure se creare un dessert che in una sola cucchiaiata racchiuide l'amore per la cucina, per gli ospiti, per le tradizioni e per la vita stessa. Scegliete voi!

La dedizione totale richiede un brattolo di crema di pistacchi di Sicilia. Preferibilmente di Bronte, che secondo chi se ne intende sono i migliori. Visto che questa crema è una rarità dalle nostre parti si possono anche mixare i pistacchi (di Bronte o altrove) e ridurli a purea e creare così un concentrato di pistacchi. Se durante il vostro ultimo viaggio in Sicilia non avete pensato a fare una scorta di questa crema, e se non avete voglia di farla da soli, potete optare per la versione fast e aggiungere alla crema al mascarpone qualche goccia di aroma di pistacchi, per rafforzarne il sapore.

Qualsiasi versione sceglierete, questo dessert farà un gran successo!

Le dosi bastano per 6-8 bicchierini (meglio se piccoli)

Per la crema:
1 barattolo di mascarpone (250 gr)
ca 1 dl di yogurt cremoso alla vaniglia
1 cucchiaino di vaniglia in polvere (o zucchero vanigliato)
1 dl di pistacchi (non salati) tritati grossolanamente
qualche goccia di colore alimentare verde
qualche cucchiaino di crema di pistacchi (o qualche goccia di aroma di pistacchi)

ca 50 lamponi
biscotti alle mandorle - io ho usato dei biscotti sottilissimi dal sapore simile ai cantuccini, ma anche i cantuccini tradizionali vanno benissimo se si sbriciolano in pezzi più piccoli
qualche cucchiaio di Cointreau
pistacchi interi per decorare

Mescolate il mascarpone e lo yogurt in una ciotola. Aggiungete la vaniglia e i pistacchi tritati. Il colore verde non è neccessario ma i pistacchi non danno molto colore e anche l'occhio vuole la sua parte. Aggiungete qualche cucchiaino di crema di pistacchi, se ne avete, altrimenti qualche goccia di aroma di pistacchi.
Mettete la crema nel frigo a raddensarsi.

Sbriciolate i biscotti in pezzetti e metteteli su un piatto. Gocciolate sopra il liquore. Mettete qualche cucchiaio di crema sul fondo dei bicchierini, sistemate sopra i biscotti, un altro poco di crema, altro strato di biscotti, i lamponi. Finite con un'ultimo strato di crema. Mettete sopra qualche pistacchio intero.

lunedì 14 marzo 2011

Vellutata di carote con zenzero e brandy


Sabato sera abbiamo fatto una foto session con degli amici che volevano vedere le foto dell'Australia. Quando ti vedi con i piedi nel oceano, mentre fuori la finestra cade la solita pioggia gelida, hai bisogno di qualcosa di rinforzante perché non perda completamente la speranza della bella stagione! Ho optato per questa vellutata di carote, dal colore intenso del sole. Lo zenzero e il brandy davano un touch insolito e rinfrescante. La ricetta dà 5-6 porzioni normali. Ho servito la zuppa in dei bicchierini come una parte di un buffet composto da varie cose, e con queste porzioni ridotte la ricetta basta per 8-10 persone.

5 carote medie
2 scalogni
2 spicchi d'aglio
2 gambi di sedano
ca 3 cm di zenzero tagliato a fettine
1 patata medio-grande
qualche rametto di timo e rosmarino
2 foglie di alloro
2 dadi di brodo di pollo (o di verdure se preferite completamente vegetariano)
8 dl di acqua
1 dl di panna
1 cucchiaino di curcuma
1 dl di brandy
sale
coriandolo fresco

Pelate le verdure e tagliatele in pezzetti. Soffriggetele in un po' di olio. Sbriciolate i dadi e aggiungete l'acqua. Mettete il timo, rosmarino e l'alloro. Fate bollire finché le verdure non saranno morbide, ca 30-40 minuti. Fino a questo punto è possibile preparare la zuppa in anticipo. Mettetela a parte fino al momento che vi serve. Togliete le erbe. Mixate a purea con un mixer a immersione. Aggiungete la panna, il curcuma e il brandy e regolate di sale. Servite in delle ciotole o bicchierini e decorate con foglie di coriandolo.

Vedete le orme della tartaruga?

venerdì 11 marzo 2011

Risotto al limone con asparagi e capesante


Gli asparagi si vedono sempre di più nei supermercati e anche se il limone è un frutto invernale il suo colore vivace e il profumo fresco mi fanno pensare alla mimosa!
A me piace il cibo che si prepara facil- e velocemente, senza però fare compromessi con il sapore o la qualità! Questo piatto che si presenta benissimo ad una cena tra amici, si prepara in circa mezzora, massimo massimo 40 minuti. Tutti i cibi vanno cotti con amore, ma il risotto soprattutto; non è come la pasta che ormai è diventata quasi un fast food che si butta nella pentola e si cuoce da sola. No, il risotto richiede attenzione e dedizione. Il trucco per avere un risotto che sia cremoso è di non lasciarlo cuocere vivamente, ma farlo gonfiare a fuoco basso. Diluire con poco brodo alla volta (anche se, ammetto, io uso sempre il dado e dell'acqua bollente, viene buono lo stesso) e non farlo mai seccare. Importante anche girare quasi continuamente per evitare che si formino dei granuli o che si attacchi sul fondo della pentola. E poi quando il riso è cotto al dente io aggiungo sempre un altro poco di acqua bollente per farlo ancora più cremoso.

Per il mio risotto (per 2 persone) ho usato:
3,5 dl di riso avorio
2 piccoli scalogni
1 spicchio d'aglio
un bicchierino di vino bianco
acqua bollente + 1,5 dadi di pesce
la buccia grattugiata di 1 limone + il succo di 1/2
alcuni rametti di timo fresco

8 asparagi verdi

Per le capesante:
ca 10 capesante
1 spicchio d'aglio
un paio di cucchiai di olio
sale

Cominciate con le capesante. Mettetele in una ciotola. Tritate l'aglio. Mettete l'aglio, l'olio e il sale nella ciotola e mescolate. Lasciate marinare almeno mezzora.

Preparate il riso. Tritate lo scalogno e l'aglio e soffrigeteli. Aggiungete il riso e fatelo "sudare". Versate il vino e fate evaporare. Abbassate la fiamma al minimo, il riso non deve cuocere. Sbriciolate dentro il dado e aggiungete dell'acqua bollente. Mescolate bene. Fate gonfiare il riso e aggiungete a mano a mano dell'acqua. Girate quasi tutto il tempo per evitare che si attacchi sul fondo. Dopo ca 15 min assaggiate; il riso deve essere al dente, ci vogliono tra 15 e 20 minuti. Aggiungete la buccia e il succo di limone e il timo. Quando è pronto, togliete dalla fiamma e versate un altro poco di acqua bollente per farlo ancora più cremoso.

Mentre si cuoce il riso tagliate gli asparagi in pezzi e soffriggeteli in poco olio in una padella. Arrostite le capesante in una padella grill (o una padella normale).

Mettete il riso in delle ciotole calde, e sopra gli asparagi e le capesante.

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